Quarto mistero del Dolore: La Via Crucis - con meditazioni tratte dai testi di Maria Valtorta adoriamo il Signore con la preghiera, ringraziamo il Signore con la preghiera, abbracciamo il Signore con la preghiera La Santissima Trinità

MISTERI DEL DOLORE

Quarto Mistero
La Via Crucis




Prima di dare la croce a Gesù, gli passano al collo la tavola con la scritta Gesù Nazareno Re dei Giudei.

E la fune che la sostiene si impiglia nella corona, che si sposta e graffia dove non è già sgraffiato e penetra in nuovi posti dando nuovo dolore e facendo sgorgare nuovo Sangue. La gente ride di sadica gioia, insulta, bestemmia.

Ora sono pronti. E Longino dà l’ordine di marcia.
Per primo il Nazareno, dietro i due ladroni; una decuria intorno ad ognuno, le altre sette decurie a fare da ala e rinforzo, e sarà responsabile il soldato che fa ferire a morte i condannati.

Gesù procede ansando.
Ogni buca della via è un tranello per il suo piede vacillante e una tortura per le sue spalle impiagate, per il Suo Capo coronato di spine su cui scende a perpendicolo un sole esageratamente caldo, che ogni tanto si nasconde dietro un tendone plumbeo di nubi.

I giudei non possono più colpirlo direttamente. Ma ancora qualche sasso arriva e qualche bastonata. I soldati lo difendono come possono. Ma anche per difenderlo lo colpiscono, perchè le lunghe aste delle lance, brandite in così poco spazio, lo urtano e lo fanno incespicare.

Alla porta Giudiziaria sono già ammucchiate persone e persone. Ma, poco prima di giungere ad essa, Gesù dà già segno di cadere. Solo il primo intervento di un soldato, sul quale Egli quasi va a cadere, impedisce che Gesù vada per terra.

La gentaglia ride ed urla:
Lascialo! Diceva a tutti: “Sorgete”. Sorga Lui, ora….

Ha inizio la salita del Calvario.

Una via nuda, senza un filo d’ombra, selciata a pietre sconnesse, che attacca direttamente la salita.

Trova una pietra sporgente e siccome, sfinito come è, alza ben poco il piede, inciampa e cade sul ginocchio destro, riuscendo però a sorreggersi con la mano sinistra. La gente urla di gioia…. Si rialza. Procede. Sempre più curvo e ansante, congestionato, febbrile ……

Il cartello che gli ballonzola davanti gli ostacola la vista; la veste lunga che, ora che Lui va curvo, strascica per terra sul davanti, gli ostacola il passo.
Inciampa di nuovo e cade sui due ginocchi, ferendosi di nuovo dove è già ferito; e la croce che gli sfugge di mano e cade, dopo averlo percosso fortemente sulla schiena, lo obbliga a chinarsi a rialzarla ed a faticare per portarsela sulle spalle di nuovo.

Mentre fa questo, appare nettamente visibile sulla spalla destra la piaga fatta dallo sfregamento della croce, che ha aperto le molte piaghe dei flagelli e le ha unificate in una sola che trasuda siero e sangue, di modo che la tunica bianca è in quel luogo tutta macchiata. La gente ha persino degli applausi per la gioia di vederlo cadere così male…….

E poi subito il dolore della terza completa caduta.

E questa volta non è che inciampi. Ma è che cade per subita flessione delle forze, per sincope. Va lungo disteso, battendo il Volto sulle pietre sconnesse, rimanendo nella polvere sotto la croce che gli si piega addosso. I soldati cercano rialzarlo. Ma, poichè pare morto, vanno a riferire al centurione.

Mentre vanno e vengono, Gesù rinviene, e lentamente, con l’aiuto di due soldati, di cui uno rialza la croce e l’altro aiuta il Condannato a porsi in piedi, si rimette al suo posto. Ma è proprio sfinito.

Fate che non muoia che sulla croce, urla la folla.

Sulla via un gruppo di donne si accosta a Gesù piangendo ed inginocchiandosi ai suoi piedi mentre Egli si ferma ansante…. e pure sa ancora sorridere a quelle pietose e all’uomo che le scorta.

Una di loro, Giovanna di Cusa, ha in mano un’anfora d’argento e l’offre a Gesù. Ma Egli ricusa. D’altronde, è tanto il Suo affanno che non potrebbe neppur bere.

Un’altra donna, che ha presso una fanciulla servente con uno scrignetto fra le braccia, apre lo scrignetto, ne trae un lino finissimo, quadrato, e lo offre al Redentore.
Questo lo accetta.

E poichè non può con una mano sola fare da Sè, la pietosa lo aiuta, badando di non urtargli la corona, a posarselo sul Volto.

E Gesù preme il fresco lino sulla Sua povera faccia e ve lo tiene, come ne trovasse un grande ristoro.
Le altre donne – Maria e Marta di Lazzaro, Maria d’Alfeo e di Zebedeo, Susanna di Cana, la padrona di casa ed altre ancora – tutte sono in mezzo alla via e guardano se viene il Salvatore. E, visto giungere Longino, accorrono presso Maria a dare la notizia.
E Maria, sorretta per un gomito da Giovanni, si stacca, maestosa nel Suo Dolore, dalla costa del monte e si pone risolutamente in mezzo alla strada, scansandosi solo per il sopraggiungere di Longino, che dall’alto del suo morello guarda la pallida Donna e il Suo accompagnatore biondo, pallido, dai miti occhi di cielo come Lei. E crolla il capo, Longino, mentre la supera seguito dagli undici a cavallo.

Longino nota un carretto fermo che attende col suo carico di insalate che la turba sia passata per scendere verso la città. Sul carretto è presente un uomo robustissimo con i suoi due figli.

Longino lo squadra. Pensa gli possa far comodo e ordina:
Uomo, vieni qui
Il Cireneo finge di non sentire.

Ma con Longino non si scherza. Ripete l’ordine in un modo tale che l’uomo getta la redine ad un figlio e viene vicino al centurione.
Vedi quell’uomo?, chiede.
E nel dire così si volge per indicare Gesù e vede a sua volta Maria, che supplica i soldati di farla passare.

Ne ha pietà e urla:
Fate passare la Donna>>.

Poi torna a parlare al Cireneo:
Non può più procedere così carico. Tu sei forte. Prendi la sua croce e portarla per Lui sino alla cima>>.

Non posso…. Ho l’asino….è riottoso…..i ragazzi non sanno tenerlo….

Ma Longino dice:
Vai, se non vuoi perdere l’asino e acquistare venti colpi di castigo.

Il Cireneo non osa più reagire. Urla ai ragazzi:
Andate a casa e presto. E dite che vengo subito>>, e poi va da Gesù.
Lo raggiunge proprio mentre Gesù si volge verso la Madre, che solo ora vede venire verso di Lui, perchè procede così curvo e ad occhi quasi chiusi che è come fosse cieco, e grida:

Mamma!

Maria si porta la mano al cuore, come ne avesse una pugnalata, a ha un lieve vacillamento. Ma si riprende, affretta il passo e, mentre va a braccia tese verso al Sua Creatura straziata, grida:

Figlio!

Ma lo dice in maniera tale che chi non ha cuore di iena se lo sente fendere per quel dolore. Il Cireneo ha questa pietà….
E poichè vede che Maria non può abbracciare il Suo Figlio per via della croce e, dopo avere teso le braccia, le lascia ricadere, persuasa di non poterlo fare – e lo guarda soltanto, volendo sorridere del Suo martire Sorriso per rincuorarlo, mentre le labbra tremanti bevono il pianto, e Lui, torcendo il Capo da sotto il giogo della croce, cerca a sua volta di sorriderle e di inviarle un bacio con le povere labbra ferite e spaccate dalle percosse e dalla febbre – si affretta a levare la croce, e lo fa con delicatezza di padre, per non urtare la corona o strofinare sulle piaghe.

Ma Maria non può baciare la Sua Creatura….. Anche il tocco più lieve sarebbe tortura sulle carni lacerate, e Maria se ne astiene, e poi …… i sentimenti più santi hanno un pudore profondo. E vogliono rispetto o almeno compassione. Qui è curiosità e soprattutto scherno.

Si baciano solo le due anime angosciate.

Il corteo, che si rimette in moto sotto la spinta delle ondate di popolo furente che preme dal fondo, li divide, respingendo la Madre contro il monte, allo scherno di tutto un popolo……

Vedo Giuseppe e Simone d’Alfeo, e Alfeo di Sara insieme al gruppo dei pastori. Hanno colluttato con chi li voleva respingere insultandoli, e la forza di questi uomini, che l’amore e il dolore moltiplicano, è stata così violenta che hanno vinto, creando un semicerchio libero contro il quale i vilissimi giudei non osano che lanciare grida di morte e tendere i pugni. Ma non di più, perchè i bastoni dei pastori sono nodosi e pesanti, e la forza e la mira non manca a questi prodi. E non dico male a dire così.

Ci vuole un vero coraggio a stare in pochi, noti per galilei o seguaci del Galileo, contro tutta una popolazione ostile. L’unico punto di tutto il Calvario dove non si bestemmi il Cristo!

Gesù tace.

La Via dolorosa è terminata.

Litanie Alla Santa PASSIONE
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